Google+ La Natura che ci circonda: Capriolo e cervo... questi sconosciuti.

lunedì 28 aprile 2014

Capriolo e cervo... questi sconosciuti.

Ciao a tutti, sono un rapace dalle medie dimensioni, molto diffuso sul territorio italiano. Nel mondo mi chiamano Buteo buteo, ma ho tanti nomi diversi e per gli amici di questo paese sono semplicemente Poiana. Osservando gli umani dall'alto, ho visto che molti di voi cercano di aiutarci, ma spesso non sanno proprio dove mettere le mani ed a volte fanno più danni che bene, così ho deciso di aiutarvi spiegandovi un po' di cose sui miei amici pelosi, squamosi e piumosi. Nell'impresa mi farò aiutare da un'amica, studentessa di medicina veterinaria. E' quella senza piume che nella foto del profilo mi tiene in mano. Comincio con un argomento che mi sta a cuore, perché planando sui boschi ho visto spesso questi piccoli animali "soccorsi" nel modo sbagliato. Impariamo quindi come comportarsi con cervi e caprioli. Buona lettura e ricordate: conoscere la Natura serve per imparare a proteggerla e rispettarla vuol dire rispettare noi stessi!

Eccoci qui: io e Poiana abbiamo deciso di scrivere questo post quando ci siamo rese conto di quanta poca informazione sia fatta sull'argomento e dei problemi che ne derivano per queste specie. Ciò che ci preme di più è il modo in cui ci si debba rapportare ad eventuali cuccioli ritrovati in mezzo alla macchia; io capisco che da piccoli quasi tutti abbiamo visto "Bambi", ma vi posso assicurare che se per qualche motivo la mamma abbandona il cerbiatto, non ci sono conigli selvatici, puzzole o gufi che se ne prendano cura...men che meno il papà.
Prima di dedicarsi ai cuccioli, probabilmente è il caso di descrivere un po' le due specie, quanto meno per capire che se ci troviamo davanti un ungulato con i palchi, non è sempre una renna di Babbo Natale, ma potrebbe anche essere qualcos'altro.

Il capriolo è un piccolo mammifero ruminante, abitante delle zone boschive, ove siano presenti anche delle radure. 
Capriolo di circa un anno
A primavera, nel maschio, spuntano i palchi, strutture simili alle corna, che rappresentano la principale caratteristica dei maschi dei Cervidi (anche se nelle renne sono presenti in entrambi i sessi). Al termine della stagione degli amori (ottobre/dicembre) ed in seguito al conseguente calo del livello dell'ormone sessuale maschile nel sangue, la base dei palchi decalcifica indebolendosi, comportando la caduta delle strutture; il processo si ripete ogni primavera, con non poco dolore e con conseguente nervosismo per l'animale (immaginate come vi sentireste se doveste rimettere i denti tutti gli anni).
I palchi del capriolo sono corti e generalmente presentano 3 punte per lato nell’animale dai due anni di età in su; hanno sia la funzione di armi da combattimento, sia quella di attrarre la femmina (i maschi degli animali devono dimostrare quello che valgono; le conversazioni del tipo "buongiorno signorina, sono forte, possente, simpatico e intelligente, le andrebbe di pascolare con me stasera?", purtroppo per loro, non attaccano).
I palchi dei caprioli sono costituiti da una sostanza cartilaginea altamente nutritiva, per cui quando cadono vengono spesso mangiati da altri animali.
Nel cucciolo, che non produce nessun odore, il mantello è maculato di bianco per favorire il mimetismo sul terreno. Le macchie, spariranno via via con l'aumentare dell'età (esattamente come Bambi, che a quanto pare nella storia originale del libro "Bambi, la vita di un capriolo" di Felix Salten, non era un cervo), per lasciare spazio ad un mantello fulvo.
I maschi vivono soli, ma entrano in competizione fra loro per delimitare il territorio e per la conquista dell'harem, che deve poi essere difeso per tutta la stagione riproduttiva; le femmine vivono, invece, in piccoli gruppi matriarcali. Sono in grado di bloccare la gestazione per partorire quando le condizioni ambientali siano più favorevoli, mettendo al mondo solitamente due cuccioli. 


Per quanto riguarda il cervo nobile o cervo rosso, in Italia ne sono presenti due sottospecie, la elaphus e la corsicanus (quest'ultima endemica di Sardegna e Corsica).
L'habitat naturale del cervo è simile a quello del capriolo.
Questo animale ha un mantello con colorazione diversa a seconda delle stagioni, dell'età e del sesso, variando dal bruno-rossiccio dei mesi estivi al grigio-bruno invernale. I giovani hanno il mantello di colore rossastro, maculato di bianco come i cuccioli di capriolo.
I palchi, crescono a primavera ed aumentano di dimensioni di anno in anno, sviluppando nuove punte; pensate quanto deve pesare la testa a questi poveri animali! Anche se molti lo pensano, non sempre è vero che le punte dei palchi corrispondo all'età effettiva dell'animale.
Cervo adulto
Normalmente i maschi, tranne i più giovani che restano con le madri fino al primo anno di età, vivono in gruppi separati dalle femmine e ne vanno in cerca durante la stagione riproduttiva; gli harem sono costituiti da un numero variabile di femmine, che vengono difese dagli altri maschi dapprima con atteggiamenti rituali consistenti in forti bramiti e, solo raramente, se questi non risultano sufficienti, si arriva allo scontro vero e proprio fra i due animali. Questa ritualizzazione, che si ritrova con atteggiamenti diversi in moltissime specie animali, ha senso se si considera che il combattimento comporta un dispendio energetico e la possibilità di ferirsi, più o meno gravemente, sia per il perdente che per il vincitore; non convenendo rischiare a nessuno dei contendenti, di conseguenza, questi cercando di evitare lo scontro diretto quanto più sia possibile, per giungervi solo quando nessuno dei due arretra di fronte all'avversario.
Le femmine solitamente partoriscono un solo cerbiatto, anche se raramente possono verificarsi dei parti gemellari. I cuccioli si nascondono restando immobili fra i cespugli dove, non emanando odore, sono difficilmente individuabili dai predatori. Dopo un paio di settimane, essi sono in grado di seguire la madre ed il gruppo delle altre femmine (alla faccia dei maschi adulti).


Per chi si trova in zone montane, non è impossibile imbattersi in questi animali e tanto meno nei loro cuccioli, immobili, mimetizzati in mezzo al verde: trattandosi di prede e non essendo i piccoli in grado di sfuggire ai predatori, le madri tendono a nasconderli in mezzo all'erba alta, ai cespugli e nel sottobosco, per renderli difficilmente individuabili alla vista; poi si allontanano in cerca di cibo. Ad intervalli di circa 2 - 3 ore, le femmine ritornano dai loro piccoli per allattarli, ma... cosa succede se, nel tempo trascorso fra una poppata e l'altra, un escursionista, un cercatore di funghi, una famigliola felice in passeggiata fra la natura o qualche altra persona ha trovato i cuccioli?
Possono esserci tre semplici possibilità:
  1. la persona in questione ha toccato i cuccioli, ma li ha poi lasciati lì ad attendere la mamma. In questo caso essa non riprenderà con sé i suoi piccoli, in quanto sentirà su di essi l'odore dell'uomo (per lei predatore) e non li allatterà più condannandoli a morte certa;
  2. la persona che ha trovato i cuccioli li ha portati con sé credendoli orfani. La mamma tornerà al nascondiglio senza trovare i suoi piccoli e continuerà a cercarli senza risultato; nel frattempo i piccoli, presi inutilmente, verranno "soccorsi" dagli esseri umani che li terranno in casa propria (cosa vietatissima, in quanto, trattandosi di fauna selvatica, vanno consegnati entro 24h ad un centro preposto) o li porteranno in un centro recupero. In entrambi i casi, ammesso che sopravvivano fino allo svezzamento, si abitueranno all'uomo e disabitueranno alla vita selvatica, rendendo scarsissime le loro possibilità di sopravvivenza in natura una volta liberati;
  3. la persona che ha trovato i cuccioli li ha osservati senza avvicinarsi e senza toccarli, si è assicurata che non fossero malati o feriti ed ha segnalato alle autorità competenti (guardia forestale, guardie ambientali, ecc.) il loro ritrovamento ed il luogo esatto in cui si trovano, allontanandosi o rimanendo nascosta a debita distanza, in attesa del ritorno della madre o dell'arrivo delle autorità. La mamma troverà i suoi cuccioli, li allatterà e se ne prenderà cura normalmente.


Allattamento artificiale di un cucciolo di capriolo
presso un C.R.A.S.

Quando si trovano dei cuccioli di cervo o capriolo ben nascosti sul terreno, quindi, è bene non toccarli a meno che non vi sia un'assoluta necessità, come la presenza di un predatore, la morte della madre o il cattivo stato di salute degli stessi cuccioli. Se proprio non si riesce a stare tranquilli lasciandoli da soli, si può aspettare che la madre ritorni ad allattare (capisco che possiate essere in escursione, ma vuol dire non avere assolutamente nulla da fare per 3-4 ore), nascosti in un luogo lontano dal punto in cui si trovano i piccoli, ma dal quale sia possibile vederlo; in alternativa si può segnalare a chi di dovere il ritrovamento e spiegare i motivi per cui si ritiene che i cuccioli possano essere stati abbandonati dalla mamma e per cui sia necessario trasportarli in un centro preposto alla loro cura.

N.B. Nel caso in cui non si sia potuto fare a meno di prelevare il cucciolo, perché ferito, malato o orfano, non somministrare per alcun motivo latte vaccino. Se, e solo se, fosse necessario alimentarlo forzatamente perché non possibile farlo pervenire in un centro in tempi brevi, somministrare del latte di capra.

Ricordiamoci sempre che non sono giocattoli e nemmeno pets!!!


Cucciolo di capriolo di circa 40 giorni di età, rinvenuto da un escursionista,
e tenuto in casa per diversi giorni prima di portarlo in un centro recupero
fauna selvatica.


Avendo ricevuto un'alimentazione scorretta, il cucciolo ha avuto serissimi
problemi di salute ed ha potuto recuperare solo dopo un lungo periodo
in cui è stato accudito giornalmente da veterinari esperti e volontari.



Il piccolo, ormai cresciuto, con molta fatica ha fortunatamente superato
 l'emergenza, ma dover essere maneggiato giornalmente per le cure e per
l'allattamento ha inevitabilmente fatto si che esso si sia imprintato;
ciò comporta che siano necessari molto tempo e lavoro per poterlo liberare.

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