Tutti sappiamo che il cane è il migliore amico dell'uomo e che questo animale discende dal meno socievole lupo. Due animali così simili eppure con un così diverso rapporto con l'uomo: il cane, fedele compagno, allevato come guardiano delle greggi e delle case, collega di caccia, poliziotto, guida per coloro che non vedono, corridore, soccorritore o, semplicemente, membro della famiglia; il lupo, nemico giurato dei pastori e degli allevatori, da sempre rappresentato come incarnazione del male e come pericolo per l'uomo. Si dice "andare nella tana del lupo" per rappresentare un viaggio incontro al pericolo e lo stesso augurio "in bocca al lupo!" con la più classica risposta "crepi!" indica a sua volta l'augurio di superare un ostacolo, sopravvivere ad un pericolo (lo so che di recente si sta cercando di addolcire il tutto con la storia della lupa che porta in bocca i suoi cuccioli, cosa peraltro vera, ma il significato originale dell'augurio è un altro). Anche nelle favole il lupo non è mai stato certo considerato un personaggio positivo: un esempio fra tutti è la favola di "Cappuccetto rosso".
Ma questo splendido animale sarà davvero così crudele ed assetato di sangue quanto lo rappresenta la cultura popolare?
Cominciamo col dire che il nostro bel canide non è un pericolo per l'uomo; non quanto quest'ultimo lo sia per lui, comunque. Come tutti gli animali selvatici, anche l'antenato del cane domestico ci vede come suoi predatori, indi per cui tende a fuggire da noi e ad evitarci. Incontrare un lupo allo stato selvatico è difficilissimo e richiede molta fortuna; pensate che questo animale può sentire l'odore di una goccia di sudore umano sul terreno anche dopo una settimana e, siccome gli siamo tutt'altro che simpatici (come dargli torto), esso ci evita senza nessuna remora.
Ora, cerchiamo di conoscere meglio questo predatore. Siccome il "nostro" lupo è quello appenninico (Canis lupus italicus), sarà principalmente a questo che farò riferimento.
Il lupo (Canis lupus) è un animale sociale che vive in branchi al cui comando si trova la "coppia alfa", ovvero l'unica del branco che ha la possibilità di accoppiarsi. Al contrario dei cani, il lupo va in calore una sola volta all'anno ed il periodo dell'amore è il mese di marzo; la femmina dà alla luce 4-5 cuccioli. I giovani, sia maschi che femmine, vengono cacciati appena autosufficienti e vanno a creare dei nuovi branchi.
L'alimentazione del lupo è costituita principalmente da ungulati di grossa taglia, ma non disdegna animali più piccoli, bestiame, carogne e spazzatura. La predazione avviene solitamente con un inseguimento atto a stancare il bersaglio, fino all'attacco vero e proprio e l'uccisione che si verifica con un morso alla gola che porta la preda alla morte per soffocamento.
Quando si gira in montagna è piuttosto difficile vedere i lupi in carne ed ossa, ma è possibile individuarne le tracce, particolarmente se c'è la neve. Questi animali hanno una caratteristica che rende le loro orme inconfondibili: il branco cammina in fila indiana, con "l'apripista" in testa, in modo deciso e senza alcuno "sbandamento"; anche sulla neve, si individua un'unica serie di impronte dall'andamento rettilineo, a differenza di tutti gli altri canidi sociali che camminano in modo disordinato. L'individuo che si trova in testa al branco fa maggiore fatica degli altri, in quanto cammina sulla neve fresca non ancora assestata, "liberando" la strada agli altri membri del gruppo (un po' come quello che sta in testa alla formazione delle cicogne in volo, andando incontro ad una maggiore resistenza dell'aria).
Essendo stato per molto tempo considerato un "nocivo", il lupo appenninico è un animale a rischio, anche se nell'ultimo periodo sta aumentando di numero di esemplari, nonostante le uccisioni da parte di bracconieri ed allevatori che non gradiscono la sua presenza. Al contrario di ciò che pensano molti, nessun ripopolamento di lupi è mai stato effettuato in Italia. Sono, in effetti, stati catturati temporaneamente degli individui, ma unicamente per applicare loro dei radiocollari che permettessero di seguirne le tracce. Se gli animali hanno potuto finalmente ripopolare il nostro territorio, è solo perché hanno trovato condizioni idonee a farlo, perché sono meno disturbati dall'uomo e perché è stato messo un freno alla caccia spietata nei confronti di questi predatori (sebbene ne vengano ancora uccisi molti da gente ignorante e senza scrupoli). Ricordo ancora una volta, l'importantissimo ruolo che i predatori rivestono all'interno della loro nicchia ecologica, andando a mantenere in equilibrio le popolazioni di prede e permettendo la selezione degli animali sani, andando loro a predare quelli deboli e malati; la presenza di predatori segnala che l'ecosistema è sano ed in equilibrio, mentre la loro mancanza è indice di un problema.
Attualmente i rapporti fra l'uomo ed il lupo sono abbastanza complessi, soprattutto a causa delle piuttosto frequenti aggressioni al bestiame da parte di questi animali; per quanto sia un fatto concreto che questi grossi canidi usino attaccare le greggi, credo sia il caso di spezzare una lancia in loro favore. Come già detto sopra, la base della dieta dei lupi è costituita dagli ungulati, ovvero (in Italia) cervi, daini, caprioli e cinghiali. Attualmente, tuttavia, la sempre maggiore urbanizzazione anche di aree più marginali, sta comportando uno spostamento della fauna ed un avvicinamento delle attività umane agli habitat di questi animali. Non è quindi la natura che si sta avvicinando all'uomo, ma la nostra specie che la sta invadendo. Tutto questo, sta portando un depauperamento degli habitat ed una carenza di territorio e prede. Laddove, invece, le prede siano presenti, si verifica, semplicemente, che queste si trovino necessariamente vicino alle aree urbanizzate, costringendo anche i predatori ad avvicinarsi all'uomo, cosa che di certo anche loro preferirebbero evitare.
Riferendomi alla mia regione, ove non sono presenti cervi e daini ma le prede principali del lupo sono costituite da caprioli e, soprattutto cinghiali, è facilmente intuibile la difficoltà di questi predatori. Durante i ripopolamenti sono stati introdotti dei cinghiali non autoctoni, ovvero non sono stati utilizzati gli "appenninici "(Sus scrofa majori), ma specie molto più grosse e prolifiche provenienti dall'Est Europa (Sus scrofa scrofa). Se un cinghiale appenninico raggiunge normalmente i 70-80kg di peso, quelli attualmente in circolazione nelle nostre zone possono pesare anche il doppio; cosa c'entra questo? Be' è un problema ovvio: se il lupo appenninico, di dimensioni piuttosto ridotte, è stato selezionato da Madre Natura per predare cinghiali di 70-80 kg, come dovrebbe fare, adesso, a prendersela con esemplari di anche 150 kg? Semplicemente non lo fa! Il nostro piccolo lupacchiotto deve optare per prede più semplici, ovvero....il bestiame. Tutto ciò non è poi così normale per un animale schivo come il Canis lupus, ma è necessario per la sua sopravvivenza. Il problema è presente, ma bastano dei buoni cani pastore, addestrati in maniera corretta per risolverlo e tenere i predatori lontani dalle greggi. Al Nord Italia alcuni allevatori si sono già attrezzati con ottimi risultati.
Un problema piuttosto serio che sta andando a porsi nelle popolazioni di lupi è il meticciamento con i cani, che avviene in quelle aree marginali in cui vi sono più cani che lupi. Normalmente, quando il branco incontra dei cani li uccide, in quanto essi costituiscono prede per il loro "antenato selvatico", ma può capitare che femmine in calore si accoppino con dei cani maschi (il contrario è più difficile). Di conseguenza è possibile incontrare dei soggetti fenotipicamente identici ai lupi, ma che presentano alcuni tratti del cane (ad esempio lo sperone su una zampa, che normalmente non è presente nei lupi puri).
Come si fa, allora, a riconoscere i soggetti puri dai meticci? Ebbene, esistono delle caratteristiche tipiche dei lupi, che nella maggior parte degli incroci, non sono totalmente rispettate: nella sottospecie appenninica deve sempre essere presente una "spennellatura" nera sulle zampe anteriori, presente oltre che in questa sottospecie solo nel lupo iberico (Canis lupus signatus), che presenta però maggiori dimensioni rispetto al nostro. Come già detto nel lupo non è presente lo sperone posteriore ed i cuscinetti delle due dita centrali sono sempre uniti, con il pelo leggermente debordante; gli artigli delle due dita centrali sono convergenti e più affilati; la punta della coda, invece, è sempre nera e la striscia alterna peli neri con altri di colore bianco. E' tipica del lupo la mascherina intorno alla bocca, più chiara, mentre lo "stop" del muso (ovvero il salto che va dalla regione del naso a quella della fronte) è quasi assente.
Vi lascio con questa foto di una bella cagnolina che mi ha fatto compagnia con i suoi cuccioli qualche anno fa, durante una gita in montagna. Avuta la sensazione che in lei corresse il sangue di un lupo, la fotografai e chiesi ad un amico, esperto faunistico, se potesse essere un ibrido; lui mi rispose di conoscerla già e che, in effetti, si trattava proprio di un ibrido. Ecco perchè, vedendola, sia io che i miei amici fummo percorsi da un brivido freddo lungo la schiena... lei dal canto suo venne a sdraiarsi vicino a noi, si mise zampe all'aria e passò una buona mezz'ora a prendere le coccole ^_^
Il lupo (Canis lupus) è un animale sociale che vive in branchi al cui comando si trova la "coppia alfa", ovvero l'unica del branco che ha la possibilità di accoppiarsi. Al contrario dei cani, il lupo va in calore una sola volta all'anno ed il periodo dell'amore è il mese di marzo; la femmina dà alla luce 4-5 cuccioli. I giovani, sia maschi che femmine, vengono cacciati appena autosufficienti e vanno a creare dei nuovi branchi.
L'alimentazione del lupo è costituita principalmente da ungulati di grossa taglia, ma non disdegna animali più piccoli, bestiame, carogne e spazzatura. La predazione avviene solitamente con un inseguimento atto a stancare il bersaglio, fino all'attacco vero e proprio e l'uccisione che si verifica con un morso alla gola che porta la preda alla morte per soffocamento.
Quando si gira in montagna è piuttosto difficile vedere i lupi in carne ed ossa, ma è possibile individuarne le tracce, particolarmente se c'è la neve. Questi animali hanno una caratteristica che rende le loro orme inconfondibili: il branco cammina in fila indiana, con "l'apripista" in testa, in modo deciso e senza alcuno "sbandamento"; anche sulla neve, si individua un'unica serie di impronte dall'andamento rettilineo, a differenza di tutti gli altri canidi sociali che camminano in modo disordinato. L'individuo che si trova in testa al branco fa maggiore fatica degli altri, in quanto cammina sulla neve fresca non ancora assestata, "liberando" la strada agli altri membri del gruppo (un po' come quello che sta in testa alla formazione delle cicogne in volo, andando incontro ad una maggiore resistenza dell'aria).
Essendo stato per molto tempo considerato un "nocivo", il lupo appenninico è un animale a rischio, anche se nell'ultimo periodo sta aumentando di numero di esemplari, nonostante le uccisioni da parte di bracconieri ed allevatori che non gradiscono la sua presenza. Al contrario di ciò che pensano molti, nessun ripopolamento di lupi è mai stato effettuato in Italia. Sono, in effetti, stati catturati temporaneamente degli individui, ma unicamente per applicare loro dei radiocollari che permettessero di seguirne le tracce. Se gli animali hanno potuto finalmente ripopolare il nostro territorio, è solo perché hanno trovato condizioni idonee a farlo, perché sono meno disturbati dall'uomo e perché è stato messo un freno alla caccia spietata nei confronti di questi predatori (sebbene ne vengano ancora uccisi molti da gente ignorante e senza scrupoli). Ricordo ancora una volta, l'importantissimo ruolo che i predatori rivestono all'interno della loro nicchia ecologica, andando a mantenere in equilibrio le popolazioni di prede e permettendo la selezione degli animali sani, andando loro a predare quelli deboli e malati; la presenza di predatori segnala che l'ecosistema è sano ed in equilibrio, mentre la loro mancanza è indice di un problema.
Attualmente i rapporti fra l'uomo ed il lupo sono abbastanza complessi, soprattutto a causa delle piuttosto frequenti aggressioni al bestiame da parte di questi animali; per quanto sia un fatto concreto che questi grossi canidi usino attaccare le greggi, credo sia il caso di spezzare una lancia in loro favore. Come già detto sopra, la base della dieta dei lupi è costituita dagli ungulati, ovvero (in Italia) cervi, daini, caprioli e cinghiali. Attualmente, tuttavia, la sempre maggiore urbanizzazione anche di aree più marginali, sta comportando uno spostamento della fauna ed un avvicinamento delle attività umane agli habitat di questi animali. Non è quindi la natura che si sta avvicinando all'uomo, ma la nostra specie che la sta invadendo. Tutto questo, sta portando un depauperamento degli habitat ed una carenza di territorio e prede. Laddove, invece, le prede siano presenti, si verifica, semplicemente, che queste si trovino necessariamente vicino alle aree urbanizzate, costringendo anche i predatori ad avvicinarsi all'uomo, cosa che di certo anche loro preferirebbero evitare.
Riferendomi alla mia regione, ove non sono presenti cervi e daini ma le prede principali del lupo sono costituite da caprioli e, soprattutto cinghiali, è facilmente intuibile la difficoltà di questi predatori. Durante i ripopolamenti sono stati introdotti dei cinghiali non autoctoni, ovvero non sono stati utilizzati gli "appenninici "(Sus scrofa majori), ma specie molto più grosse e prolifiche provenienti dall'Est Europa (Sus scrofa scrofa). Se un cinghiale appenninico raggiunge normalmente i 70-80kg di peso, quelli attualmente in circolazione nelle nostre zone possono pesare anche il doppio; cosa c'entra questo? Be' è un problema ovvio: se il lupo appenninico, di dimensioni piuttosto ridotte, è stato selezionato da Madre Natura per predare cinghiali di 70-80 kg, come dovrebbe fare, adesso, a prendersela con esemplari di anche 150 kg? Semplicemente non lo fa! Il nostro piccolo lupacchiotto deve optare per prede più semplici, ovvero....il bestiame. Tutto ciò non è poi così normale per un animale schivo come il Canis lupus, ma è necessario per la sua sopravvivenza. Il problema è presente, ma bastano dei buoni cani pastore, addestrati in maniera corretta per risolverlo e tenere i predatori lontani dalle greggi. Al Nord Italia alcuni allevatori si sono già attrezzati con ottimi risultati.
Un problema piuttosto serio che sta andando a porsi nelle popolazioni di lupi è il meticciamento con i cani, che avviene in quelle aree marginali in cui vi sono più cani che lupi. Normalmente, quando il branco incontra dei cani li uccide, in quanto essi costituiscono prede per il loro "antenato selvatico", ma può capitare che femmine in calore si accoppino con dei cani maschi (il contrario è più difficile). Di conseguenza è possibile incontrare dei soggetti fenotipicamente identici ai lupi, ma che presentano alcuni tratti del cane (ad esempio lo sperone su una zampa, che normalmente non è presente nei lupi puri).
Come si fa, allora, a riconoscere i soggetti puri dai meticci? Ebbene, esistono delle caratteristiche tipiche dei lupi, che nella maggior parte degli incroci, non sono totalmente rispettate: nella sottospecie appenninica deve sempre essere presente una "spennellatura" nera sulle zampe anteriori, presente oltre che in questa sottospecie solo nel lupo iberico (Canis lupus signatus), che presenta però maggiori dimensioni rispetto al nostro. Come già detto nel lupo non è presente lo sperone posteriore ed i cuscinetti delle due dita centrali sono sempre uniti, con il pelo leggermente debordante; gli artigli delle due dita centrali sono convergenti e più affilati; la punta della coda, invece, è sempre nera e la striscia alterna peli neri con altri di colore bianco. E' tipica del lupo la mascherina intorno alla bocca, più chiara, mentre lo "stop" del muso (ovvero il salto che va dalla regione del naso a quella della fronte) è quasi assente.
Vi lascio con questa foto di una bella cagnolina che mi ha fatto compagnia con i suoi cuccioli qualche anno fa, durante una gita in montagna. Avuta la sensazione che in lei corresse il sangue di un lupo, la fotografai e chiesi ad un amico, esperto faunistico, se potesse essere un ibrido; lui mi rispose di conoscerla già e che, in effetti, si trattava proprio di un ibrido. Ecco perchè, vedendola, sia io che i miei amici fummo percorsi da un brivido freddo lungo la schiena... lei dal canto suo venne a sdraiarsi vicino a noi, si mise zampe all'aria e passò una buona mezz'ora a prendere le coccole ^_^
Bellissimo post, Poiana!!!!
RispondiEliminaGrazie mille Patricia, sono lieta che ti piaccia :)
RispondiEliminaUn abbraccio
Poiana