Google+ La Natura che ci circonda: Falco pecchiaiolo, il rapace goloso.

venerdì 2 maggio 2014

Falco pecchiaiolo, il rapace goloso.



Il miele è un alimento estremamente calorico, utilizzato come dolcificante naturale e di cui molti di noi sono ghiotti. Non sono, tuttavia, solo gli umani ad amare il dolce nettare; come dimostra Winnie the Pooh, infatti, gli orsi ne sono molto golosi, ma è meno noto che anche un'altra specie, completamente diversa, ama il miele: il Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus). Questo è un grosso uccello appartenente alla famiglia Accipitridae e non a quella Falconidae, come farebbe pensare il nome comune. Il suo nome deriva da “pecchia” che, in italiano arcaico, indica l’ape e la vespa. E’ un rapace specializzato che si nutre principalmente di larve, pupe, nidi ed adulti di varie specie di vespe ed api;  mangia anche miele, altri insetti e piccoli vertebrati, non disdegnando nemmeno le bacche, in caso di necessità (no, non vive nel Bosco dei 100 acri, esiste davvero, o almeno se non esiste lui non lo sa, quindi siate buoni e non glielo dite).
Stormo di Falchi pecchiaioli in migrazione.
Avendo particolari abitudini alimentari, presenta degli adattamenti fenotipici per soddisfarle al meglio: la testa ed il becco di questo rapace sono infatti piccoli, per poter essere inseriti all'interno dei favi delle api, dai quali prelevano le forme larvali; la cera, ovvero la parte più rilevata che si trova alla base del becco, è più spessa che negli altri rapaci, per una maggiore protezione dalle punture; le narici sono fessuriformi; gli artigli sono lunghi e poco ricurvi per poter scavare alla ricerca di nidi d'insetti interrati; il piumaggio è fitto e non lascia libera quasi nessuna parte della cute; il colore dell'iride degli occhi dell'adulto è giallo (castano scuro nel giovane), contrapposto alla pupilla nera, il che sembra anche possa servire a richiamare la colorazione delle api e delle vespe che non si pungono fra loro. Sembra, inoltre, che sia in grado di fare schizzare via con il becco il pungiglione agli imenotteri catturati, strizzandoli con forza ben calibrata sull’addome.
Questo rapace preda rasoterra o camminando sul terreno, dove scava utilizzando gli artigli ed il becco. Se li trova, preleva i favi delle api e li porta al nido per imbeccare i pulli, oppure, se questi sono già abbastanza grandi, glieli lascia poiché sanno già cosa farne (e qui mi fido di Danilo Mainardi). Come altri rapaci, è un animale monogamo e la coppia che si forma resta insieme per tutta la vita.


Falco pecchiaiolo maschio in degenza

Il falco pecchiaiolo migra nel nostro paese nel periodo primaverile-estivo (il picco della migrazione si ha alla fine di aprile e l'inizio di maggio); durante la migrazione, cerca di evitare i lunghi tratti di mare aperto, dove non sono presenti le correnti ascensionali e il volo è prevalentemente battuto, per cui si richiede un maggiore dispendio di energie. A questo scopo, i rapaci in migrazione si radunano in migliaia di esemplari attraversando gli stretti (Gibilterra e Messina), dove il tratto di mare è più breve, e dove sono molto attesi: sullo stretto di Gibilterra da birdwatchers e fotografi e sullo stretto di Messina....dai bracconieri. In queste zone, infatti, il Falco pecchiaiolo, conosciuto con il nome di Adorno, viene ferocemente cacciato "per tradizione"; secondo questa, forse a causa della fedeltà presente fra i due patners di questa specie, sparare all'adorno sarebbe simbolo di virilità e preserverebbe dall'infedeltà coniugale. I bracconieri si appostano in veri e propri bunker in attesa del passaggio, per fare fuoco appena gli animali risultano a tiro (e chissà quanti di questi signori finiscono "cornuti" proprio mentre restano lì appostati ad attendere le loro prede). Probabilmente restano in pochi a credere a questa radicatissima superstizione, ma sono ancora molti a sparare al pecchiaiolo e agli altri volatili in migrazione. Il Corpo Forestale dello Stato, insieme ad associazioni di guardie venatorie e di volontari, organizzano tutti gli anni delle specifiche campagne antibracconaggio, conosciute proprio come "operazione Adorno", per la quale devono munirsi di giubbotti antiproiettile, perchè non è improbabile che vedendoli gli sparino addosso. All'iniziativa partecipa anche il reparto speciale NOA (Nucleo Operativo Anti-bracconaggio).
F. pecchiaiolo femmina, ferita da un bracconiere,
 in attesa di essere trasportata in un C.R.A.S.
Purtroppo certe usanze mettono fortemente in pericolo molte specie rare, oltre a fare una pessima pubblicità al nostro paese; nella mente di molti, i rapaci sono ancora visti come animali nocivi, che distruggono la selvaggina e gli animali d'allevamento quando, in realtà, la maggiore causa della sparizione di molte specie selvatiche (anche della stessa selvaggina), è proprio l'uomo, con le sue attività, l'inquinamento, la distruzione incontrollata del territorio e degli habitat naturali delle diverse specie animali, ecc.

Fortunatamente, come si può leggere qui, non sempre i bracconieri riescono a farla franca.




Ringrazio molto l'ornitologo Domenico Bevacqua, per avermi messo a disposizione le sue fotografie.

4 commenti:

  1. Bellissimo post, e... fortissimo questo Falco picchiaiolo... sarebbe simpatico se usasse il suo becco anche sul testone bacato dei bracconieri ;-)

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    1. Ciao Anna Maria, Grazie per esserti iscritta al blog ^^
      Purtroppo per i bracconieri non basta il piccolo becco del pecchiaiolo. Servirebbe un drago arrabbiato XD
      Proprio ieri sono passati in migrazione su casa mia; sono uno spettacolo bellissimo.
      Un abbraccio cara :)

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  2. Incredibile... non ho parole -_-

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    1. Ciao Glò, se devo dirti la verità, io qualche parolina ce l'avrei... xD

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