Google+ La Natura che ci circonda: E ancora una volta il ponte....

venerdì 29 maggio 2015

E ancora una volta il ponte....

E' successo tutto fra l'altro ieri e stanotte: mentre tornavo dal tirocinio una mia amica mi ha chiamata per un "allarme gatto"; una micina di poco più di due mesi, nata in una piccola colonia accudita da una sua vicina, stava a terra, incapace di alzarsi. Era già l'orario in cui i veterinari chiudono per la pausa pranzo, così ho deviato per andarla a vedere. Arrivata lì, ho trovato la gattina, di nome Camilla, in un trasportino, completamene accoccolata senza muoversi; nei giorni precedenti le avevano fatto delle flebo, ma poi, siccome sembrava stare meglio ed una sorellina stava invece molto male, lei è stata, purtroppo, un po' trascurata. L'ho presa in mano per controllarla: lo stato d'idratazione era pessimo e la piccolina non aveva più nemmeno la forza di alzare la testa.

Ho chiamato un amico veterinario, intercettato mentre stava per chiudere, e gli ho chiesto di aspettarmi perché la piccina non sarebbe arrivata al pomeriggio (a dire il vero dubitavo anche che sarebbe arrivata alla clinica). Arrivate, ho lasciato la signora con la gattina per cercare parcheggio e poco dopo sono stata raggiunta da lei, senza gattina, poiché l'avevano ricoverata. Temperatura a 32 e completamente disidratata, le hanno fatto la flebo e l'hanno tenuta al caldo sotto la lampada a infrarossi. Verso le 17.30 la gattina si era ripresa e  hanno chiamato per riportarla a casa. 



Mi sono offerta di prenderla io fino a quando non fosse guarita, poiché sapevo che aveva bisogno di cure che la mia amica e la signora non avrebbero potuto darle, già semplicemente non potendo tenerla in casa. Così Camilla è giunta a casa mia; era abbastanza arzilla, tanto da "ruggire" al cane che si era avvicinata ad annusarla (i miei cani sono abituati ad avere a che fare con gattini piccoli e ne sono sempre molto incuriositi). Arrivata a casa l'ho sistemata un pochino e l'ho lasciata nel trasportino, ma lei voleva stare in braccio, al caldo (nemmeno la borsa dell'acqua calda la accontentava). A piccoli bocconi ha mangiato un po' di scatoletta, buon segno, ma io ero molto preoccupata perché aveva improvvisamente sviluppato una diarrea acquosa anche molto frequente, che non riusciva nemmeno a controllare. Di conseguenza, da qui a poco la disidratazione sarebbe stata inevitabile. Tuttavia la micetta era abbastanza reattiva, tanto da zampettare incuriosita verso il cane, giunto in camera per capire cosa fosse quella novità.




La prima notte è passata, quindi, con la sveglia di Camilla ogni ora e mezza. Puntualmente riscaldavo la borsa e le davo da mangiare e da bere, quest'ultimo forzandola con la siringa, poiché da sola non ne voleva sapere. E' stata una notte veramente molto lunga, anche perché ogni volta che aprivo il trasportino (non potevo lasciarla libera per il cane, sia per il parquet sul pavimento) lei scappava per venirmi in braccio ed io dovevo puntualmente rimetterla sulla borsa dell'acqua calda. Finalmente, alle 7.25, sono riuscita a recuperare da mia madre un vecchio maglione di cachemir strappato (fino ad allora la cosa più calda che avevo trovato erano i miei calzettoni di lana, messi a mo di coperta). Il primo campanello di allarme è arrivato: mentre prima Camilla non ne voleva sapere di stare dentro il trasportino al calduccio, per riuscire a metterci dentro il maglione l'ho dovuta togliere 3 volte, perché appena la spostavo lei andava ad accoccolarsi vicino alla borsa dell'acqua calda. Una volta riuscita ad inserire anche il maglione ho lasciato che la micetta ci si accoccolasse sopra e l'ho avvolta con la parte restante della lana. Dopodiché via a fare colazione, anche se mezza addormentata.
Alle 9.00 ho chiamato il veterinario, annunciandogli che gli stavo mandando Camilla per un secondo ciclo di flebo (io dovevo andare all'università, quindi l'ho mandata con la mia amica e la vicina). Al termine dell'orario universitario sono andata a riprenderla; era idratata e non aveva avuto altri episodi di diarrea, così se ne stava beatamente a dormire nel trasportino, al calduccio.
Lì ha passato tutto il giorno: ogni tanto le avvicinavo il mangiare, che lei sbocconcellava e poi se ne tornava a dormire. Alla fine, siccome avevamo preso un mangiare curativo, che evidentemente non le piaceva molto, ne ho diluito un pochino con l'acqua e ho cominciato a forzarla con la siringa. A quel punto mangiava, anche se un po' contrariata e poi se ne tornava a dormire. Quando ho provato a misurarle la temperatura, lei ha tirato fuori le unghiette facendomi capire che non gradiva, così mi sono arresa e l'ho lasciata tranquilla, ma forse è stato un errore.

La sera, mentre cercavo di darle la pillolina, mi ha bucato il dito con i dentini, così ho preso il pochino di scatoletta "da supermercato" che mi era rimasta e che le piaceva di più, ci ho impastato la pillolina e l'ho data a Camilla, che questa volta l'ha mangiata e poi si è rimessa a dormire.
Sono scesa ad apparecchiare, ma dopo un po' mi sono ricordata di non aver chiuso la porta della camera, così sono salita a controllare. Quando sono tornata, Camilla era in piedi e mi è corsa incontro miagolando e salendomi sul piede, così le ho fatto un po' di coccole, contenta di vederla di nuovo arzilla. Ancora più contenta sono stata nel vedere nella lettiera che si era alzata per le sue necessità e che i problemi intestinali erano migliorati. L'ho rimessa nel trasportino, che durante tutto il giorno ed anche in seguito avevo lasciato aperto sono scesa a mangiare.
Quando sono risalita ero molto stanca, vista la nottata e la giornata, così le ho dato un pochino da mangiare e sono andata a dormire. Avevo notato che non aveva voluto mangiare sola e che le avevo dovuto somministrare il cibo con la siringa, così mi preparavo a riportarla del veterinario la mattina. Lo stato d'idratazione era molto migliorato, ma una visitina non avrebbe guastato. Purtroppo, però, i miei piani sono andati in fumo: a mezzanotte e quaranta mi sono svegliata sentendo Camilla miagolare ed agitarsi; siccome sentivo rumore sui giornali che avevo messo a terra, pensavo che stesse semplicemente gironzolando per la stanza. Ho acceso la luce pensando che volesse mangiare, ma ho capito immediatamente che la situazione era ben più grave. La piccola Camilla era a terra, davanti al trasportino, buttata su un fianco e miagolando. Agitava le zampette posteriori e buttava indietro la testa, come in preda a degli spasmi. L'ho presa ed avvolta nel maglione di cachemir, portandomela in braccio ed accarezzandola, ma poggiandola sulla borsa dell'acqua calda per tentare di farle mantenere la temperatura. Ho svegliato mia madre per chiederle una mano, ma sapevo già bene cosa significava tutto ciò. Camilla continuava a miagolare ed irrigidire il corpo, buttando indietro la testa e serrando la bocca, per poi rilassare tutto e ricominciare. Mia madre mi ha riportata alla realtà: non potevo aiutarla in nessun modo. L'ho rimandata a dormire ed ho preso la borsa dell'acqua, ancora calda; l'ho poggiata sulle mie gambe e poi vi ho posato sopra il fagottino, continuando ad accarezzare il musetto di Camilla e controllandone il respiro. Ad un certo punto la crisi sembrava rientrata, il respiro tornato normale e lei quasi addormentata. Ho riempito una bottiglia con dell'acqua calda e l'ho messa nel trasportino, dove poi ho poggiato la micetta, con la borsa ed avvolta ne maglione. Poi sono scesa per bollire dell'altra acqua, in modo da cambiare quella della borsa e tenere ancora più in caldo la micetta, che nel frattempo aveva raggiunto una temperatura di 33,4 gradi.

Alla fine non ho potuto fare altro che sistemare Camilla con quegli "scaldini" ed il maglione, lasciarla tranquilla e restare ad aspettare.....e sperare. 
Verso le 3 di notte la speranza si è persa. Camilla si è addormentata per sempre! Il tempo di realizzare, sistemare un pochino e tornare a letto, pensando che ho fatto tutto quello che potevo e che l'indomani avrei dovuto dirlo alla mia amica, alla sua vicina ed al veterinario. Nulla da rimproverarci, comunque, ognuno di noi ha fatto del suo meglio.
Stamattina ho chiamato il veterinario per avvertirlo. A questo punto, da che pensavamo che fosse una semplice coccidiosi, il timore è che possa esserci qualcosa di più grave, motivo per cui bisognerà tenere sotto controllo gli altri mici della colonia e fare delle altre analisi.

Vi chiedo scusa se ci fossero errori, ma ho scritto il post di getto e non l'ho riletto.
Oggi pomeriggio andrò a dare l'addio a Camilla, che forse a quest'ora ha già attraversato il Ponte dell'Arcobaleno ed ha raggiunto Micha, Poulie ed Ombra.... e con quei quattro discoli riuniti insieme, chissà che gran baccano che ci sarà lassù.

Ciao Camilla...

6 commenti:

  1. Mi dispiace per la tua sofferenza, però....mettiamola così: hai reso migliori le ultime ore di vita di quella gattina, l'hai fatta sentire amata e questo è già tanto.
    Ciao.

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    1. Ciao Nick, purtroppo ci sono rimasta scottata già un paio di volte, per cui diciamo che, anche se ci speravo, in fondo non credo di essermi mai completamente illusa che si sarebbe ripresa. Certo però non mi aspettavo una cosa così fulminante....

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  2. Mi hai fatto piangere... :'(
    Anche se non sono "nostri", anche se non li conosciamo da anni, perdere un animale è sempre uno strazio... Scatenati lì sul ponte cara Camilla...
    Un abbraccio Valentina,

    Maira

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    1. Ciao Maira, mi dispiace di averti fatta piangere. Si vede che sei una ragazza sensibile... Sono certa che Camilla starà già facendo impazzire tutti gli altri animaletti che sono lì con lei. Aveva un carattere forte e deciso e lo ha mantenuto fino all'ultimo. Ora è viva in un angolino del mio cuore insieme agli altri e chissà che un giorno non li ritroverò tutti ad aspettarmi, come dice la leggenda :)
      Baci cara

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  3. AH... Poiana!!! Quanto mi dispiace!

    Tu non hai nulla da rimproverarti, hai fatto il possibile e l'impossibile per lei.
    Pensa che lei adesso non soffre più e sono gli altri che hanno bisogno
    Ti abbraccio!

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    1. Ciao Patricia, so bene di aver fatto tutto quello che potevo, ma un po' di amaro in bocca resta sempre, che vuoi farci.... Mi consola il fatto che le sorelline, che ho visto poco fa perché ho restituito il trasportino alla signora, sono molto arzille e giocherellone. Almeno loro sembrano essere fuori pericolo, comunque ho detto di chiamermi subito se dovessero vedere sintomi strani. Speriamo di no...
      Baci cara :*

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