Google+ La Natura che ci circonda: Birdwatching sulla foce del fiume

martedì 1 novembre 2016

Birdwatching sulla foce del fiume

Rieccomi qui, dopo tanto tempo. Quest'estate non ho avuto proprio tempo e testa di continuare a scrivere e non nascondo che ho seriamente pensato di pubblicare un ultimo post di congedo. Tuttavia mi sarebbe veramente dispiaciuto chiudere il blog e salutarvi, così eccomi qui e, invece di congedarmi vi racconto una bella esperienza fatta in ottobre. 

Fra le mie amicizie è compreso un ornitologo che sta effettuando una serie di monitoraggi in un'area vicina alla mia azienda. In realtà, quel giorno ci saremmo dovuti fermare da me per fare un po' il punto sull'avifauna presente ma, dopo un breve sopralluogo, Mimmo mi ha proposto di andare sulla foce del fiume. 
Mentre eravamo lì, a due passi dalle abitazioni, ci siamo soffermati a guardare i gabbiani e i beccapesci che si trovano in quel luogo. Poi Mimmo ha schierato la sua attrezzatura (che ha fatto impallidire il mio binocolino) e ci siamo messi all'opera. Mentre ci organizzavamo parlavamo del più e del meno e il mio amico mi spiegava che la zona è adeguata a molti tipi di uccelli e sarebbe possibile anche l'arrivo di un falco pescatore. 
Sulla sponda del fiume sulla quale ci trovavamo, cinque simpaticissimi piovanelli pancianera hanno passato tutto il pomeriggio mangiando e dormendo, senza minimamente preoccuparsi della nostra presenza. Qui si è visto l'occhio dell'ornitologo, poiché io ho impiegato un bel po' a individuarli anche dopo che mi ha indicato il punto.



Mentre eravamo impegnati a osservare i limicoli, lo sguardo è stato attirato da un grosso rapace che volava verso di noi. Un momento di incertezza nell'osservarlo e  ho sentito Mimmo esclamare in preda all'eccitazione: "Un falco pescatore! L'ho chiamato!".




Ho alzato gli occhi e l'ho visto anche io. Pronta con il binocolo a seguire il suo volo, ho potuto godere delle sue magnifiche evoluzioni: scendeva in picchiata sul fiume bagnandosi le zampe, poi risaliva scrollandosi l'acqua dalle penne e volteggiava, arrivando sopra di noi, per tornare nuovamente sul fiume e scendere sull'acqua. Risaliva di nuovo con le zampe vuote e ancora scrollava il piumaggio. I piovanelli pancianera, in quel momento, restavano immobili sul terreno, quasi pietrificati, mentre dall'area in cui si era tuffato il rapace prendevano il volo diversi animali, fra cui uno sgarza ciuffetto, rimasto indietro sui tempi di migrazione.
Il Falco pescatore ha continuato per un po' le sue evoluzioni, mentre noi lo spiavamo senza alcuna osservanza della privacy.
I corvidi non gradiscono la presenza dei rapaci, soprattutto se estranei, così ecco due cornacchie grigie partire dal folto degli alberi per scacciare il pescatore; lui si è allontanato con calma per tornare qualche minuto dopo e ricominciare le sue stupende evoluzioni. Le cornacchie lo scacciavano e ancora lui si allontanava per tornare appena la situazione si mostrava più tranquilla.




Mentre la battaglia aerea si svolgeva in alto, in basso i piovanelli, trasferitisi fra l'erba, si dedicavano alla ricerca di cibo a pochi metri da noi, non curanti della nostra entusiasta presenza mentre Mimmo scattava foto ed io seguivo con il binocolo i volteggi del falco pescatore. Una picchiata, poi un'altra e un'altra ancora. Mentre le cornacchie si preparavano al successivo attacco, il rapace ha decideso che era ora di finirla: un'ultima picchiata lo ha visto entrare in acqua con tutto il corpo e risalire, qualche secondo più tardi, con un bel pescione fra le zampe. Un'ultima scrollata di penne è il Falco pescatore si è congedato, con una certa soddisfazione, da noi e dai fastidiosi corvidi. Un'esperienza da lasciare senza fiato!



Superata l'emozione, siamo tornati dai nostri amici limicoli, che hanno continuato beati a mangiare e bagnarsi nelle acque del fiume, permettendoci di avvicinarci a pochi metri da loro.




Mentre godevamo della loro simpatica presenza, sentendo un certo clamore alle mie spalle mi sono voltata, restando ancora una volta a bocca aperta: un enorme stormo di ardeidi, composto da aironi guardabuoi, cenerini, bianchi maggiori e garzette stava andando a posarsi su un albero sull'altra sponda del fiume, illuminato dal retrostante Sole che giungeva al tramonto. Uno spettacolo che mi ha fatto pensare all'Africa.





Siamo rimasti in contemplazione ancora per un po',  fino a quando la luce ce lo ha permesso, poi, raccolto tutto il materiale, ci siamo allontanati soddisfatti.
Mentre tornavamo alle macchine, come saluto da parte della Natura, un martin pescatore ci è sfilato davanti, andando a posarsi in mezzo alla vegetazione.
Un'esperienza da ripetere assolutamente,  a due passi dalla città.

L'area in cui ci trovavamo è la foce del fiume Corace, al termine del lungomare del quartiere marino di Catanzaro.  Un luogo così andrebbe tutelato e protetto con l'istituzione di una riserva naturale. Spero veramente che si arrivi a farlo, prima di danneggiarla in maniera irreparabile.






Ringrazio Mimmo Bevacqua per le foto (le mie sono solo quelle in cui si vede il bordo nero dovuto al cannocchiale) e, ovviamente, per la bellissima  esperienza.

4 commenti:

  1. Racconti di natura. Grazie
    sinforosa

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Sinforosa, è un piacere rileggerti :)
      Un abbraccio

      Elimina
  2. ... post di congedo??? ... non scherziamo ...
    ... sei fortunata a poter vivere immersa in questa natura incontaminata ...
    ... e noi fortunati nel poterla condividere con te nei tuoi post...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Semola, scusa per il ritardo, non avevo visto il commento.
      Sai, non essendoci mai un po' c'ho pensato. Ora devo rimettermi a studiare e avrò ancora poco tempo per seguire i blog, comunque un po' alla volta vedremo :)
      Vediamo quando sarà la prossima gita nel verde ;)
      Ti auguro una buona giornata.

      Elimina

Se volete lasciatemi un segno del vostro passaggio: una vostra impressione, un saluto, una critica. Sarà tutto ben accetto e mi aiuterà a crescere ed andare avanti.