Google+ La Natura che ci circonda: Il fantastico mondo dei rapaci notturni

venerdì 30 maggio 2014

Il fantastico mondo dei rapaci notturni

Vi siete mai chiesti perchè gli strigiformi ruotano quasi completamente la testa? E come facciano a vedere di notte anche solo con la luce della Luna? O come trovino le loro prede anche nell'oscurità delle notti di novilunio?
Due giovani allocchi, in attesa di essere liberati.
L'iride nero è caratteristico di quelle specie che hanno
attività prettamente notturna e che mal sopportano la luce.
E' presto detto: ci riescono perchè la loro anatomia e fisiologia lo permettono! Immagino che non fosse necessario che ve lo dicessi io, ma oltre a fare il "Capitan Ovvio" della situazione, adesso avrei anche intenzione di spiegare in che modo lo fanno.

Iniziamo dicendo cosa sono gli strigiformi; ebbene, essi costituiscono un ordine di uccelli da preda (gufi, civette, allocchi, barbagianni, assioli, ecc.), con abitudini prevalentemente notturne che, proprio per questo motivo, hanno i sensi della vista e dell'udito estremamente sviluppati. Hanno avuto un'evoluzione distinta e separata dai rapaci diurni e le somiglianze con questi sono più che altro dovute ad un uguale adattamento all'attività predatoria.
Cacciano prevalentemente roditori ed uccelli, in alcuni casi anche gli anfibi e, addirittura, vi sono specie che mangiano pesce. Le prede vengono localizzate sfruttando gli organi di senso più sviluppati.
Per quanto riguarda la vista, questa è favorita dalle grandi dimensioni degli occhi; diciamo che se l'uomo dovesse avere le stesse proporzioni occhio-testa dei rapaci notturni, i nostri organi visivi avrebbero le dimensioni di un'arancia. I bulbi oculari degli strigiformi sono fissi all'interno delle orbite, ovvero non si muovono, e questa immobilità è compensata dagli ampi movimenti della testa, che gli permettono rotazioni di anche 270°.
Gufo di palude si guarda alle spalle.
L'iride giallo è caratteristico di specie che hanno attività
diurno-crepuscolare, senza subire fastidi dalla luce diurna.
All'interno dell'occhio degli animali si trovano diverse strutture, fra cui una regione centrale della retina che permette la massima sensibilità visiva (fovea), all'interno della quale c'è la massima concentrazione di recettori per le forme ed i colori (coni) mentre all'esterno della stessa si trovano i recettori per la luce (bastoncelli). Negli occhi dei rapaci notturni troviamo un'altissima densità di bastoncelli e scarsità di coni; ciò fa si che questi animali possano amplificare la poca luce a disposizione durante le ore notturne, ma che non abbiano una visione molto precisa dell'ambiente circostante. In mancanza di luce essi non vedono.
Ma se non riescono a vedere al buio, allora come cacciano?
Utilizzano il loro straordinario udito! I rapaci notturni, infatti, presentano una capacità uditiva eccezionale, amplificata dalla conformazione anatomica della loro testa; il disco facciale ha una particolare forma che gli consente di funzionare da parabola, convogliando i suoni alle orecchie. In alcune specie, come il barbagianni e l'allocco, queste sono asimmetriche, così da captare ancora meglio i rumori e permettere di individuarne la provenienza esatta. Lo sviluppatissimo udito di questi animali, gli permette di trovare, anche in totale assenza di luce, la precisa collocazione di una preda, stia essa camminando su delle foglie secche o nascosta sotto la neve.
Liberazione di un Barbagianni. Anch'esso, come gli allocchi,
ha gli occhi neri ed attività strettamente notturna. In queste
due specie è anche presente l'asimmetria delle orecchie.
Gli strigiformi, inoltre, hanno un altro vantaggio sulle loro prede: il loro volo non provoca rumore. La struttura del loro piumaggio, molto morbida, è fatta in maniera tale da sferzare l'aria nel più totale silenzio, cosicché dopo aver osservato la preda fino a sentirsi pronto, il predatore può piombargli addosso senza che questa nemmeno si renda conto di cosa la stia uccidendo.
Le loro capacità mimetiche, date dalle colorazioni del piumaggio ed in alcune specie coadiuvate dai ciuffetti auricolari (ciuffi di penne posizionati sulla testa, dalla forma simile ad orecchie, ma con funzione di comunicazione e mimetismo), li rende praticamente invisibili nei loro habitat, permettendogli così di studiare le prede senza essere visti e, per le specie più piccole, risultare a loro volta invisibili ai predatori. 
Quiquiquiquiqui e qui c'è qualche esempio di mimetismo; ovviamente nelle foto è facile vederli, ma immaginate se foste all'aperto e magari al buio.....

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