Google+ La Natura che ci circonda: Spiriti della natura

domenica 25 ottobre 2015

Spiriti della natura




Erano immobili l'uno davanti all'altra, in silenzio. Lo sguardo sprezzante di lei era fisso in quegli occhi color ghiaccio. Lo guardava con disprezzo, con l'odio di chi si è sentito usato.
Il volto di lui non esprimeva alcuna emozione; era lì, duro e gelido, segnato dalle responsabilità del comando. La osservava in silenzio, deciso a stampare indelebilmente nella sua memoria ogni dettaglio di quella donna.

Appartenevano a due dimensioni diverse, eppure, quando lei lo aveva salvato tirandolo fuori dall'acqua, seppure fosse privo di sensi, qualcosa l'aveva conquistata subito. Per lui fu necessario più tempo. Non era abituato a parlare con le donne e ci volle un po' perché si adattasse; nonostante tutto, però, era rimasto colpito dalla sua forza e provava una grande attrazione per quella ragazza che lo aveva aiutato nonostante i loro mondi fossero nemici. Ci vollero anni prima che entrambi cedessero, lui ormai si era adattato alla vita in quel bosco, ma il pensiero di ciò che aveva lasciato indietro lo aveva sempre trattenuto dall'instaurare qualsiasi legame.
Una sera poi, durante la grande festa di primavera, si era finalmente deciso ad avvicinarla, a lasciare andare i suoi sentimenti troppo a lungo chiusi nel suo freddo cuore. Aveva deciso di ritentare, di farsi una nuova vita e lei era la compagna giusta.
Ma ora, ora era diverso. Lui non era più un reietto e lei non era più una ragazzina. Erano passati ormai quindici anni da quando lui era stato richiamato dalla sua gente per prendere il comando al posto di suo padre. Non senza dolore l'aveva abbandonata, ma non perché non gli interessasse di lei; come poteva non nutrire affetto? D'altronde era la madre dei suoi figli e lo aveva scelto fra tanti altri. Come spiegarle che era stato costretto? Che lo aveva fatto per proteggerli? Quello sguardo fisso su di lui era la prova che non lo aveva mai perdonato e, anzi, la sua rabbia negli anni era cresciuta sempre di più.

Una fresca brezza soffiava fra gli alberi; intorno a loro si sentiva solo il brusio delle foglie ed il dolce scorrere dell'acqua lungo il torrente. Rimasero così, fermi, osservandosi in silenzio per diversi, interminabili, minuti. Alla fine lui si decise a parlare:
- Ti trovo bene, sai? Sembri diventata ancora più forte di quindici anni fa -
Lei lo scrutò con rabbia sempre maggiore, poi rispose:
- non certo grazie a te! E nemmeno tua figlia è diventata ciò che è per merito tuo. Quanto a lui... - emise un sospiro, poi abbassò la testa e strinse i pugni. Stava per terminare la frase quando lui la interruppe:
- Ho saputo... è stato un tragico incidente da quanto mi è stato riferito. Mi spiace... -
- Di cosa? Di non essere stato lì per vederlo morire? -
- Mi dispiace che abbia fatto questa fine e per te... non dev'essere stato facile!-
- Non lo è mai stato, ma tu questo non puoi capirlo. Non hai un cuore ma un pezzo di ghiaccio nel petto! Da quando te ne sei andato non te n'è mai importato nulla di noi! -
Si interruppe e si voltò per andarsene, quando lui la raggiunse, la afferrò da un polso e continuò:
- è davvero questo che credi? Che non mi importi nulla di voi? -
- lo hai dimostrato quando ci hai abbandonati! -
Lei ora parlava senza guardarlo, con la testa bassa ed il corpo fremente dalla rabbia. No, non lo aveva perdonato, non avrebbe mai potuto farlo. L'aveva fatta soffrire troppo. Come poteva ancora rivolgerle la parola dopo aver abbandonato in quel modo lei e i due figli? 
Lui percepiva la sua tensione, ma continuò comunque a parlare.
- io desideravo portarvi con me, fosti tu a non permettermelo attaccandomi come una furia! -
La sua espressione gelida si fece grave, lasciando trasparire il dolore che nascondeva ormai da tanti anni. Lei si voltò e rispose con la stessa aggressività che aveva mantenuto durante tutto il loro incontro:
- sai bene che non saremmo mai stati accettati dalla tua gente! Siamo troppo diversi e siamo nemici. Come avremmo potuto vivere lì? -
- io ho vissuto per 10 anni in mezzo al tuo popolo, sebbene non vi appartenessi! Ho sempre creduto che ciò avesse un valore, ma evidentemente mi sbagliavo... -
Lasciò andare il polso di lei, poi si volto e si allontanò. Si fermò di colpo e senza voltarsi disse:
- fui costretto ad andarmene! Inizialmente mi rifiutai, ma se non fossi tornato sui miei passi sarei stato accusato di alto tradimento per aver mischiato il mio sangue a quello della vostra gente. Se non lo avessi fatto, se non me ne fossi andato, sarebbe stata guerra e, voi tre, i primi bersagli. -
Si interruppe, strinse i pugni e continuò a denti stretti:
- Riuscii a strappargli la promessa che, se avessi preso il posto di mio padre, loro si sarebbero "dimenticati" della vostra esistenza e non avrebbero preteso le vostre vite. Non ebbi altre alternative. Non potevo proteggervi da tutti loro, lo capisci? -
Lei ebbe un fremito. Improvvisamente sentì il terreno tremare sotto i suoi piedi. Le parole che aveva udito giunsero al suo cuore come pugnalate. La voce si fece acuta ed uscì quasi spontaneamente, ma non più baldanzosa come prima:
- Se è davvero come dici, perché all'epoca mi tenesti all'oscuro di tutto? -
Lui sospirò, poi si voltò a guardarla con l'aspetto rassegnato di chi si accorge di aver parlato troppo.
-Se io ti avessi detto la verità, tu non mi avresti lasciato partire. Ti conosco e non potevo rischiare! -
Abbassò nuovamente la testa e si girò per allontanarsi, poi, mentre si accingeva ad andarsene, concluse:
- Non ha importanza ormai! Dopo questa sera torneremo entrambi ai nostri mondi e non ci vedremo più. Tanto vale dimenticare questa storia una volta per tutte e tornare alla realtà. Il mio destino è quello di restare solo, ormai è chiaro. -
Riprese a camminare e si inoltrò nel fitto degli alberi. Lei era rimasta lì, immobile, con lo sguardo sconvolto e l'aria confusa. Tutto ciò che aveva creduto fino a quel momento si era rivelato falso. Oppure no. Era ovvio che stesse mentendo, che aveva detto tutto solo per prenderla in giro. Ma a che pro farlo? 
D'un tratto sentì il vento soffiarle addosso e fu come se si risvegliasse da un sogno. Cominciò a correre nella direzione in cui lo aveva visto allontanarsi, lo raggiunse e gli si buttò addosso, abbracciandolo forte come non aveva mai fatto. Respirava a fondo per sentire il suo odore e lo stringeva per percepire il suo corpo; quelle sensazioni che per tanti anni aveva desiderato dimenticare, adesso voleva riviverle con tutta sé stessa. Voleva rubarle per nasconderle in un luogo segreto del suo cuore, dove potesse riviverle ogni volta che lo desiderasse. Sapeva che quel momento sarebbe finito presto, che con l'arrivare del giorno tutto sarebbe giunto al termine, ma non le importava. Ora desiderava solo vivere quel sogno che le era stato infranto tanti anni prima.

6 commenti:

  1. Risposte
    1. Ciao Nick,
      grazie ^_^ Mi rincuori perché essendo il primo esperimento di pubblicazione sul blog mi sento abbastanza in imbarazzo....
      Un abbraccio

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  2. Bella davvero Poiana!
    Ma quanti pregi nascondi dietro al nick! :)))

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    1. Ciao Patricia,
      ma grazie! Mi sento meglio :D chissà che un giorno non mi decida a scrivere tutta la storia.
      Buona serata cara

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  3. Emozione! Spero che arrivi il giorno in cui ci regalerai tutta la storia! Anche il disegno è opera tua?
    Un abbraccio e complimenti, una storia piena di tanti significati <3

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    1. Ciao e benvenuta Pinkg,
      Ti ringrazio molto, mi fa piacere che la storia ti sua piaciuta. Chissà, magari con un po' di tempo finirò di scriverla.
      Si anche il disegno l'ho fatto io ^^
      A presto e buona serata

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