La magia dell'ispirazione

Non ho ben capito come, ma un po' di tempo fa mi sono ritrovata all'interno di una community di visionari che riescono a trovare spunto per post o creazioni da qualunque cosa. Ciò mi ha irrimediabilmente dato conferma che non ho più fantasia, cosa che avevo già appurato tentando di giocare con i miei nipotini, ma va be', questa è un'altra storia.

Il tema da cui dovrebbe nascere l'ispirazione questo mese è la magia; magia nel senso più lato del termine:  da quella della strega che abbiamo fatto arrabbiare e ci trasforma in un tenero coniglio bianco o vola con un letto in mezzo ad una laguna (ai Disneyani fan il compito di riconoscere la citazione colta) a quella del Natale, delle luci o dell'amore. 

E allora, pensandoci un po', cosa può essere anche magia? Senza ombra di dubbio e restando in tema con la community, "magia" è anche quella che, in campo artistico o letterario, è definita "ispirazione". Pensateci un po': per ore si sta davanti ad una tela vuota o ad una pagina bianca, cercando senza successo idee anche dalle crepe nel muro, fino a quando, all'improvviso, nella mente scatta una scintilla ed è come se non si fosse pensato ad altro da sempre. La matita si muove da sola sul foglio, quasi fosse lei a decidere cosa dovrà tracciare la mano; le dita battono all'impazzita sui tasti, senza pausa, come se ci fosse la paura che quell'idea, quella magia, svanisca come la carrozza di Cenerentola a mezzanotte. 

Anche a me succede così: io in generale sono una pippa a disegnare e non ho mai imparato ad usare i pennelli. Ogni tanto mi capita qualche bel disegno, ma solo in quei momenti in cui l'ispirazione si impossessa di me; magari sto guardando una foto o leggendo un libro e... Zac!  Eccola lì! Un foglio ed una matita al volo, chiudi porte e finestre, sia mai che riesca a scappare l'idea e poi lì, seduta alla scrivania, concentrata, mentre quell'incanto mi guida la mano. Se l'ispirazione passa prima che abbia terminato è la fine: il disegno resterà a metà, perché non riuscirò più a tracciare una linea.

Consapevole di ciò, l'anno scorso ho comunque  deciso di fare un disegno sul muro bianco della mia camera, tanto prima o poi dovrò riverniciarla,  per cui potevo rischiare di fare un pastrocchio. Rimanda oggi, rimanda domani, alla fine la scintilla è scattata di nuovo ed io ho cominciato a lavorare (e devo anche dire che mi sono pentita di avere scelto un punto sfigatissimo, perché piano piano il disegno si è espanso). Com'è andata? Be' non mi lamento:

Intanto inizio, poi vediamo.

La prima traccia a matita sul muro. Ma se lo lasciassi così?

Noooo, che significa a matita? Ripassiamolo un po' con il pennello.

Sì ma mica può occupare solo una parte dello spazio: allarghiamolo un po'.

Ma che ho combinato? Va be' nascondiamo un po' di magagne con altre piantine.

Papà vuole avere le prove che il disegno l'ho fatto veramente io.

Lo lascio bianco che esce dal muro? No, dai, facciamo il tronco (come me ne sono pentita).

Spennellando, spennellando....

Ok,  il grosso è fatto: ora sistemiamo un po' sto tronco che sembra una macchia informe, ritrasformiamo il gatto in lince come doveva essere e diamo profondità al tutto con un po' di ombreggiature....

Ma che..... noooooooooooo!!!

Ebbene sì! L'ispirazione mi ha mollata sul più bello  e sono rimasta con il disegno a metà, proprio quando si trattava di sistemarlo. Lo finirò mai? Non lo so, intanto non ci metto le mani perché non voglio fare danni. Aspetto che torni la magia ed intanto me lo rimiro così, che in fondo proprio schifo non fa.

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