- Ma dove sono finito? -
Il rapace si guardava intorno stordito, cercando di ricordare cosa fosse successo. Poi si rese conto dello spazio ristretto che lo circondava e fu colto dal panico. Cominciò ad agitarsi sbattendo da una parte all’altra sulle pareti del piccolo ricovero, poi, resosi conto che era una fatica inutile, cercò di calmarsi e prese a respirare profondamente. Ebbe ancora un fremito, poi tentò di concentrarsi.
- L’aria passa dai buchi di quello sportellino. Sembra a scorrimento, forse con un po’ di attenzione posso riuscire ad aprirlo. –
Si avvicinò allo sportello della gabbia, lo afferrò con il becco e tentò di sollevarlo, ma quello era pesante e lui troppo debole per spostarlo. Infilò allora la testa attraverso i buchi respirando a pieni polmoni. Certo, essere claustrofobico era una bella seccatura in una situazione simile.
Si guardò intorno cercando di capire dove fosse: intorno a lui c’erano solo contenitori come quello in cui si trovava, poi il muro ed una porta socchiusa.
- Ma che razza di posto è questo? E chi erano quelle persone? –
- Dei dottori. – rispose una voce sopra di lui.
Non poteva vederlo attraverso le pareti, ma intuì che doveva trattarsi di un animale abbastanza grosso.
- Dei dottori? – chiese?
- Sì – rispose lo sconosciuto – quando sono sbattuto contro quell’aggeggio che gli umani usano per spostarsi, alcuni di essi mi hanno trovato e portato qui, poi quella femmina mi ha curato le ferite. L’occhio lo avevo perso già da tempo, ma è riuscita ad aggiustare la mia zampa. Non so che intenzioni abbia successivamente, però. –
Non conosceva le sue intenzioni? C’era ben poco da stare allegri, allora.
- Ma tu… chi sei? –
- Sono Atlante, un gufo reale. -
- Da quanto sei qui? –
- Be’, saranno una ventina di giorni. Non si sta molto comodi, tuttavia non mi hanno mai fatto mancare il cibo, né l’acqua e mi hanno sempre mantenuto pulito. –
Il falco pellegrino rimase in silenzio. L’idea di restare lì dentro per venti giorni non lo allettava di certo, ma almeno sapeva che gli umani non gli avrebbero fatto del male. Sempre meglio che finire nelle mani di quelli che lo inseguivano.
Era ancora assorto nei suoi pensieri con la testa fuori dal cancelletto del ricovero, quando sentì una voce esclamare:
- A quanto pare ti sei ripreso! –
La ragazza lo fissava sorridente da davanti alla porta, ben lieta di vederlo già in piedi.
- Che ci fai con la testolina fuori dalla gabbia? Be’ non importa. Ti ho liberato una di quelle termostate, così potrai stare al caldo e ti riprenderai più rapidamente; prima però facciamo una bella lastra per capire quanto sei messo male –
Al caldo? Un brivido di terrore lo percorse mentre la osservava infilare dei grossi guanti di cuoio per afferrarlo.
- Non sei cattivo, vero? Meglio non rischiare però, quegli artigli non sono affatto invitanti –
Si dimenò e cercò di scappare, ma lei lo afferrò con prontezza e decisione. Poi si avviò verso l’altra stanza con lui stretto nelle mani.
- Non devi avere paura, giovanotto, non voglio farti male, sai? Voglio solo aiutarti –
Già, aiutarlo. Lei non si rendeva conto che gli avrebbe fatto fare la fine del pollo arrosto mettendolo in una gabbietta riscaldata.
Effettuata l’RX, l’umana si avviò per depositarlo nel ricovero che aveva predisposto, ma poco prima che ciò avvenisse lui riuscì a liberare l’ala sana e, mentre si divincolava, le sferrò una forte beccata sul braccio, nel punto in cui non era protetto dal guanto. A causa del dolore lei lasciò la presa ed il falco ne approfittò per saltellare al riparo.
- E no, non si fa così. Rischi di peggiorare le tue ferite. Su, vieni qui, non ti agitare. –
Mentre lei tentava di afferrarlo, lui continuava a scappare da una parte all’altra, infilandosi sotto tavoli ed armadi e ragionando il più velocemente possibile su come uscire da quella incresciosa situazione. Non poteva scappare in eterno, ma nemmeno poteva permettersi di finire in un ambiente riscaldato.
Le forze cominciavano ad abbandonarlo nuovamente, così da indurlo a prendere una decisione, una via che avrebbe volentieri evitato, ma sapeva di non avere altra scelta. Scivolò fuori da sotto il mobile scelto come rifugio e rimase fermo per un momento. Lei lo vide e, nel momento esatto in cui tentò di afferrarlo, fu travolta da una gelida ondata di luce celestina e sbalzata indietro, contro il muro. Abbagliata e stordita dalla botta, strizzò gli occhi un paio di volte per rimettere a fuoco la vista, poi sollevò lo sguardo nella direzione del rapace e rimase senza parole…
Per le parti precedenti:
Una storia nata da un sogno (Presentazione) - Prologo - Un falco dalle piume argentee (Prima parte) -
Le forze cominciavano ad abbandonarlo nuovamente, così da indurlo a prendere una decisione, una via che avrebbe volentieri evitato, ma sapeva di non avere altra scelta. Scivolò fuori da sotto il mobile scelto come rifugio e rimase fermo per un momento. Lei lo vide e, nel momento esatto in cui tentò di afferrarlo, fu travolta da una gelida ondata di luce celestina e sbalzata indietro, contro il muro. Abbagliata e stordita dalla botta, strizzò gli occhi un paio di volte per rimettere a fuoco la vista, poi sollevò lo sguardo nella direzione del rapace e rimase senza parole…
Per le parti precedenti:
Una storia nata da un sogno (Presentazione) - Prologo - Un falco dalle piume argentee (Prima parte) -
Ciao cara - non ce la faccio a leggere la seconda parte ora - torno in un altro momento ;-)
RispondiElimina<3 Intanto ti ho votato anche io in Net Parade <3
Ciao Buon pomeriggio
Ciao Arwen, quando vuoi. Ti aspetto ^^
EliminaBuon pomeriggio a te
Bellissima storia!
RispondiEliminaGrazie Tatiana :)
EliminaBenvenuta nel mio blog ^^
Se ti piace torna a trovarmi, andrò avanti :)
Ti auguro una buona festa dell'Immacolata, a presto
Eliminaè molto accoglente il tuo blog. Di sicuro tornerò.
EliminaTi aspetto!
EliminaSecondo me dovresti continuare a scrivere, hai dimostrato di divertiti e di divertire con questo tuo racconto. Attendo gli sviluppi...
RispondiEliminaCiao zio Nick,
Eliminacontinuerò sicuramente, sia perché il post successivo e già pronto ed ho cominciato quello seguente, sia perché sta diventando una droga. Vado a letto la sera e mi sveglio la mattina con il pensiero... finirà che farò un corso di scrittura? XD
Mi sono ricordata che già da piccola avevo cominciato a scrivere una storia totalmente diversa. Chissà che fine ha fatto poi...
Alla prossima puntata ;)
Baci baci e buona festa dell'Immacolata
Poiana... e tu lo tenevi nascosto????? Cattiva bimba!!! ahhahahaha
RispondiEliminaNon vedo l'ora di leggere il seguito anche perchè... in chi si è trasformato il falco??? :)))
Falco? Quale falco? Non so di cosa stai parlando :P
EliminaMi sono già incartata Patricia. Il post dopo questo è già pronto (però volevo fare un disegnino d'accompagnamento più adeguato di quello che ho messo), nell'altro so cosa succede ma non so come descriverlo xD dovrete avere un po' di pazienza e godervi la sssssssuspence ;)
Baciotti Baciotti e buona Immacolata ^^
Ciao Poiana - Ripassata qui solo per votarti il Net Parade - appana fattto !
RispondiEliminaUn bacione buona giornata e migliore fine settimana in arrivo
Ciao bella, grazie mille.
EliminaTi auguro uno splendido week end
Ok allora non lo scrivo nemmeno io di Net Parade - lo faccio <3 regolarmente ciao
RispondiEliminaSono riuscita solo ora a leggerti, ho recuperato anche il racconto precedente e la storia continua a piacermi molto.
RispondiEliminaIntraprendente e coraggioso questo falco dalle piume argentate, anche la ragazza è tosta ;)
Aspetto il seguito ^__^
Ciao Anna Maria, grazie per essere passata a leggere ^^
EliminaOra sto (finalmente) facendo l'albero di Natale, poi stasera lo rileggo e... manca poco per la prossima parte, dai :)
Eh sì, lui è un tipino testardo e lei dev'esserlo per forza con il lavoro che fa.
Ti mando un bacio ^^
Poiana
Okay mi sono messa in pari. Aspetto il seguito.
RispondiEliminaNotte.
Marina
Ciao Marina,
EliminaScusa se non ti ho risposto ma mi ero persa il commento.
Spero continui a piacerti e intanto ti mando un abbraccio e tanti auguri per un felice capodanno :)