Google+ La Natura che ci circonda: Un'amara riflessione

domenica 29 giugno 2014

Un'amara riflessione

Stavolta non voglio spiegare nulla, solo dare voce ad un pensiero che mi assilla e che martella forte come un picchio dentro la mia testa, ogni volta che sento, leggo o vedo certe scene.

Il tutto è nato dal fatto che stamattina ho portato i miei nipotini a mare, accompagnando mia sorella. Tutto come al solito: tolto e messo da parte il pannolino al figlio medio per mettergli il costume, puliti i vari "musetti" zozzi con dei fazzoletti di carta poi inseriti in borsa in attesa di essere buttati (insieme al pannolino), giochi in acqua con i bimbi, schiena rotta dal peso dei pupi... insomma una normale mattinata di mare.
Quando mia sorella è risalita a casa con i figli piccoli, io ho tenuto a mare il più grande per farlo restare a giocare un altro po'. Già a quel punto pensavo con una certa repulsione alla leggera schiuma bianca che si formava con l'infrangersi delle onde e restava in superficie, nonostante l'acqua fosse limpidissima e la corrente portasse a largo (non sono stata sempre così... Lo sono diventata dopo aver passato un'estate senza poter fare il bagno a mare, a causa degli sfoghi dovuti all'inquinamento dell'acqua, perfettamente pulita alla vista, in zona balneare). Mentre eravamo intenti a scavare una buca (il bello di avere dei nipoti piccoli è che, con la scusa di farli divertire, si possono fare i giochi da bambini), ho visto volare l'involucro di plastica di una merendina:
 - "pazienza, sarà volata con il vento a qualcuno poco attento".
L'ho raccolta e bloccata sotto un sasso in attesa di andarla a buttare andando via. Più tardi ho cominciato a prepararmi per tornare a casa e mentre aspettavo che mio nipote si asciugasse, ho notato un pezzo di plastica rotta vicino l'ombrellone, i soliti mozziconi di sigaretta in giro per la spiaggia ed, infine, ho visto un cartoncino del succo di frutta "navigare" vicino la riva. A questo punto ho cominciato ad innervosirmi e sono andata a recuperarlo.
Mentre uscivo dall'acqua, borbottando con me stessa a proposito degli incivili che fanno troppa fatica a buttare le carte nei cestini e dicendo quanto sia inutile organizzare le pulizie della spiaggia se poi c'è in giro certa gente, mio nipote mi ha chiesto candidamente:
- "Zia, perché dobbiamo pulire la spiaggia?"
Serenamente, anche perché mai ho gradito di più una sua domanda, gli ho spiegato che "dobbiamo rispettare l'ambiente, e quindi anche la spiaggia, perché è la nostra casa e a nessuno piace vivere in una casa sporca e disordinata, piena di rifiuti; è molto meglio mantenere pulito piuttosto che dover pulire dopo. Così viviamo tutti meglio!".
Mentre facevo questo discorso al bambino (e già prima mentre pulivo) ho notato che i vicini di ombrellone mi guardavano fra lo sconcertato ed il disgustato, fissandomi come si fa con un animale strano; per me è una cosa normale: se trovo una bottiglia vuota, una lattina o una cartaccia al parco o in spiaggia la prendo e la butto, ma lì ho realizzato che il mio comportamento è visto dalla maggior parte delle persone come quello di un alieno: - "se non sono stato io a sporcare perché devo essere io a pulire?!" - perché in questo mondo ci vivi pure tu e poi ti lamenti che questa città/regione/paese fa schifo!

Ogni volta che mi capita una scena come questa non riesco a non pensare a quelle persone che scaricano l'immondizia ed i rifiuti in generale ovunque gli capiti salvo che nei luoghi preposti o che, per pigrizia, gettano l'olio da cucina negli scarichi domestici (1 litro d'olio da cucina rende non potabili un milione di litri d'acqua); a coloro che seppelliscono i rifiuti tossici o radioattivi, magari nei terreni da pascolo o accanto a terreni coltivati; a quelli che scaricano illecitamente nei corsi d'acqua inquinandoli...
Mi chiedo sempre se questi individui, come coloro che praticano la caccia e la pesca di frodo sterminando intere specie animali, non credano di vivere su un pianeta diverso da quello che stanno, sempre più velocemente, distruggendo; è ovvio che non si rendono conto che il danno ambientale che provocano, prima o poi, si ripercuoterà anche su di loro, tramite il cibo che mangiano, l'acqua che bevono o l'aria che respirano.


Tramonto a Pizzo Calabro

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