Google+ La Natura che ci circonda: Lo scoiattolo dal nord al sud

giovedì 25 settembre 2014

Lo scoiattolo dal nord al sud

Che bella cosa svolazzare in montagna: aria pura e fresca, piante, alberi, pochi umani, silenzio... 
Poi guardi in giù e vedi un animaletto che corre fra i rami e sul tronco, saltellando da una parte all'altra trasportando semi. E' un esserino simpatico; ricoperto di peli e dalla coda vaporosa, con due belle orecchiette guarnite di ciuffi di pelo, forti artigli per arrampicarsi e denti potenti, come tutti i roditori. Si, esatto, è così che lo chiamate voi: Scoiattolo.
Utilizzate comunemente questo termine per indicare la specie Sciurus vulgaris, lo scoiattolo comune; questo è in forte declino nel nostro paese (ed in Europa in generale), a causa della diffusione incontrollata di una specie alloctona introdotta dall'uomo nel secolo passato: lo Scoiattolo grigio nord-americano (Sciurus carolinensis) che, possedendo un tasso riproduttivo più elevato e una maggiore adattabilità all'ambiente, sta velocemente sostituendo la specie nostrana laddove le due vengono in contatto (come al solito voi umani mettete mano e fate danni). 
Gli scoiattoli sono abili saltatori, animali diurni ed arboricoli (ovvero passano la maggior parte del loro tempo sugli alberi) e, per questo, molto legati agli ambienti boschivi.
Seppure tutti i sensi siano molto sviluppati, quello più potente è sicuramente la vista, anche se questi animali non sono in grado di distinguere tutti i colori. Lo Sciurus vulgaris non presenta dimorfismo sessuale; entrambi i sessi hanno caratteristiche simili, con un mantello di colore variabile dal rossiccio al marrone scuro, ma sempre con la parte inferiore bianca. Le zampe posteriori sono più lunghe di quelle anteriori, permettendogli di muoversi agilmente e spiccare lunghi salti; la coda è molto lunga ed ha funzione di comunicazione intraspecifica, ma anche di equilibrio; sembra inoltre che abbia una sorte di "azione paracadute" quando questo salta da grandi altezze.
L'alimentazione è costituita principalmente da pinoli, ma anche da noci, ghiande, funghi e frutta, dei quali fa cospicue scorte durante la stagione estiva, immagazzinandole in dispense ben nascoste; le scorte sono estremamente importanti, sia per il rimboschimento che provocano quando i proprietari le dimenticano, sia perché questi animali non vanno in letargo (anche se nella stagione fredda sono meno attivi), per cui nel periodo invernale possono essere un'ottima risorsa alimentare.
Seppur questi animali non hanno abitudini di branco ma preferiscano piuttosto vivere in maniera solitaria, non è insolito che durante la stagione fredda si uniscano in piccoli gruppi all'interno delle tane, probabilmente allo scopo di mantenere più facilmente il calore corporeo.
I principali predatori degli scoiattoli sono la martora, il gatto selvatico e diverse specie di rapaci (infatti ho l'acquolina in bocca, ma la bipede senza piume dice che non è ancora il momento dello spuntino; uff!).
Al sud Italia è presente una sottospecie dalla morfologia leggermente diversa: lo Sciurus vulgaris meridionalis. Questa ha dimensioni leggermente maggiori rispetto ai "cugini" del nord ed il mantello non è più rossiccio ma nero, mantenendo sempre, però, il petto e l'addome bianchi. E' la sottospecie tipica del territorio silano, dove si riproduce. La sua alimentazione è principalmente legata agli strobili (pigne), tanto è vero che le popolazioni sono molto più abbondanti ove siano presenti le pinete, per diminuire man mano che ci si allontana da queste.



Come già detto, le sue popolazioni sono fortemente in declino a causa della diffusione dello Scoiattolo grigio; in particolare in Piemonte, questo animale è stato introdotto in maniera accidentale nel 1948 e si sta diffondendo velocemente. Per evitare ulteriori danni, sono stati attuati dei progetti di eradicazione, al fine di eliminare la specie dalla regione. Capisco, ovviamente, che a molti questa azione possa sembrare inopportuna e crudele; gli scoiattoli non hanno colpa. Credo, tuttavia, che sia bene sottolineare che come non hanno colpa gli appartenenti alla specie alloctona, che sicuramente non hanno chiesto di essere importati qui, ancora di meno ne hanno le popolazioni nostrane, che stanno via via scomparendo, perdendo territorio nella lotta per la sopravvivenza e la riproduzione.
Tollerare una "specie aliena" tanto invasiva vuol dire, inevitabilmente, causare la sparizione prima o poi di una specie autoctona; ancora più grave quando si tratti di specie endemiche. La popolazione di scoiattoli grigi, si sta espandendo molto rapidamente ed il rischio che possa andare a colonizzare il centro ed il sud Italia non è molto basso. Oltre al rischio derivante per lo scoiattolo comune e le rispettive sottospecie, non bisogna dimenticare il danno che questa specie comporta per gli ambienti silvestri, a causa della sua abitudine di scortecciare gli alberi nel periodo invernale, quando il cibo scarseggia, cosa che rende le piante più suscettibili al freddo ed agli attacchi dei parassiti. Questo scoiattolo si è guadagnato un posto nella lista delle 100 specie invasive più dannose al mondo.
Purtroppo quello dello scoiattolo non è l'unico caso di specie alloctone liberate ed adattate al nostro territorio (vedi nutrie, testuggini palustri americane, maine comuni, ecc.), che stanno via via distruggendo la biodiversità del paese. Per evitare soluzioni violente, ma necessarie, come l'eradicazione, sarebbe necessario vietare l'importazione e la vendita di specie alloctone, cosa, tuttavia, ancora molto lontana dall'essere attuata...

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