Google+ La Natura che ci circonda: Spiriti della Natura - La sentinella (parte prima)

sabato 12 dicembre 2015

Spiriti della Natura - La sentinella (parte prima)





Il ragazzo la osservava guardingo. I suoi vestiti erano strappati e ricoperti di sangue. I capelli argentei gli ricadevano arruffati sugli occhi color oceano. Sulla fronte era incastonata una pietra blu e la sua pelle risplendeva di una luminosa luce azzurra. Il braccio destro cadeva inerte lungo il corpo, le ossa cave ben evidenti e vistosamente fratturate in più punti, mentre dalla schiena spuntavano due grandi ali argentate ed i piedi nudi mostravano dei forti artigli acuminati. Lungo il corpo si notavano diverse ferite, ma lui non sembrava farci caso in quel momento; era molto più concentrato sulla ragazza che lo fissava attonita con le spalle poggiate al muro.
Chi….chi sei? – Gli chiese lei con la voce stridula.
Non temere, non voglio farti del male – rispose. Fece una pausa, poi sorrise e riprese – a quanto sembra le parti si sono invertite: ora sono io che tranquillizzo te. –
Come dici? Vuoi dire che tu saresti… -
Lui annuì. La osservò ancora attentamente con i suoi occhi sfilati, poi le porse la mano sinistra per aiutarla a sollevarsi.
Mi spiace per ciò che è accaduto, spero tu non ti sia fatta male –
Trattenendosi a stento dal gridare, lei si mise in piedi e vacillò un istante. Poi si guardò intorno come se cercasse qualcosa e tornò di nuovo a guardarlo.
Sei davvero tu? Sei quel falco pellegrino che stavo tentando di afferrare poco fa? –
Annuì di nuovo.
Ti chiedo scusa se ho reagito così malamente al tuo aiuto, ma non potevo permetterti di mettermi in una gabbia riscaldata – si fermò un attimo e arrossì – purtroppo il calore è letale per me! –
Lei respirava profondamente, la vista annebbiata e la testa che girava vorticosamente per lo shock. Notò uno sgabello riverso al suolo e lo rimise in piedi, cercando di concentrarsi su altro per non mostrarsi eccessivamente sconvolta.
E… esattamente cosa sei tu? Una specie di alieno o qualche tipo di mutante? – Domandò ripulendo una pinzetta.
Non sono un extraterrestre, ma non posso nemmeno dire di appartenere completamente a questo mondo… -
- Quindi? – riprese lei mentre cercava di riordinare qualunque cosa le sembrasse potesse apparire fuori posto.
- Sono una Sentinella dell’acqua –
Lei si fermò un momento, poi riprese.
Cos’è una Sentinella dell’acqua? –
- E’ un po’ lungo da spiegare ed io sono veramente debole adesso. Quegli uomini mi hanno braccato  senza tregua per un giorno ed una notte e non hanno certamente risparmiato sul piombo. – Un brivido lo percorse lungo la schiena al ricordo di ciò che aveva passato. 
- “Quegli uomini”? – insistette la ragazza. 
- Si, quelli che mi hanno ridotto così. –
- Sono stati dei cacciatori? –
Lui rimase un po’ in silenzio, come se ci stesse pensando, poi rispose.
No, non mi sembra. Stavano facendo del male al torrente e al bosco e quando sono intervenuto per fermarli uno di loro ha cominciato a spararmi contro; non me lo aspettavo e mi ha centrato in pieno la spalla e il braccio. –
Abbassò la testa e si strinse nelle spalle, poi continuò:
Voi umani passate la vostra vita ad avvelenare ciò che vi circonda. – alzò di nuovo lo sguardo e sbottò nervosamente - Non avete un minimo di rispetto! –
Lei lo fissava attonita, in un misto di stupore e spavento. Non capiva  di cosa stesse parlando nè che genere di creatura fosse o se si potesse fidare di lui, ma ne era affascinata.
Posò gli occhi sul braccio sanguinante, poi prese garze, bende e disinfettanti e si avvicinò allo strano ragazzo. Lui indietreggiò.
Cosa vuoi fare? –
- Quel braccio è molto mal messo, voglio medicartelo e bloccartelo. Non ti fa bene muoverlo… -
Lui le sorrise e la scostò con l’arto sano.
- Sei gentile e ti ringrazio, ma non ho bisogno del tuo intervento. -
- Se lo dici tu… - bofonchiò lei.
Riflettendo sulla situazione in cui si trovava e su come fare per uscirne, la sentinella ebbe un'idea che espose alla ragazza. 
Se mi vuoi aiutare c’è una cosa che potresti fare per me. –
- Di cosa si tratta? – 
- Appena fuori dalla città c’è un piccolo bar, “I quattro elementi”. Credi di poterlo raggiungere? –
- Immagino di si, ma cosa dovrei fare? –
- Trasportarmi fino a lì. Ora sono troppo debole per aprire un varco e se dovessi arrivarci a piedi in queste condizioni, di certo non passerei inosservato… -
Lei lo guardò in silenzio, chiedendosi se esistesse una condizione in cui una creatura del genere potesse passare inosservata camminando in città. Fra l’altro, poi, che cosa significava “aprire un varco”?
Emise un sospiro, poi riprese.
Sei l’essere più strano che abbia visto in vita mia e non so nemmeno perché sto qui a parlare con te invece di chiamare la polizia.  - Rimise a posto l'ultimo paio di forbici e si lavò le mani. - Non sono sicura che tu non sia pericoloso, ma qualcosa mi dice di fidarmi. –
- Dunque? – 
- Va bene, ti accompagno. Ma anche in macchina, se qualcuno ti vedesse non so cosa potrebbe succedere. Non sei un tipo comune. –
Lui rise, poi esclamò:
Non devi preoccuparti di questo! Tornerò a prendere le sembianze di falco. Se dovessero fermarti potrai sempre dire che mi stavi portando nel tuo ambulatorio per curarmi. Sei un dottore, no? –
- Un medico veterinario, per la precisione.  - Si asciugò le mani pensando fra sé e sé alla strana situazione in cui era capitata. - Tutto questo è davvero allucinante… -
Poi portò la mano alla fronte in segno di sconforto e continuò - E una volta arrivati lì cosa dovrei fare? –
- Semplicemente chiedere di Alan, poi lui farà il resto. -
- Va bene dai, fai quello che devi, così andiamo. –
Lui le sorrise. - Ti ringrazio, umana. – 

Mi chiamo Valery, non “umana”! - rispose lei spazientita - E tu ce l’hai un nome o devo chiamarti “sentinella dell’acqua”? –
- Temo che il mio nome non sia molto facile da pronunciare nella tua lingua. Puoi chiamarmi semplicemente Hawk, però -
- Mettimi alla prova! – sbottò lei
Lui rise di nuovo, poi pronunciò il suo nome in una strana lingua.
- Dehijiesmar -
Valery lo guardò e chiuse il discorso.
- Ok, “Hawk” andrà benissimo… trasformati e salta nello scatolo, su! – 
Fortunatamente durante il viaggio non ci furono intoppi ed in poco tempo raggiunsero la loro destinazione: un piccolo locale scavato nella roccia di una montagna sotto la quale sorgeva la città. Entrarono e si ritrovarono davanti una stanza illuminata da lanterne, nella quale erano sistemati alcuni tavoli e panche in legno, ottenuti da rami e tronchi di alberi morti. In fondo si trovava un bancone dello stesso legno con una superficie d'appoggio in pietra, dietro al quale erano posizionate delle scaffalature poggiate contro la parete. Dal soffitto pendevano le radici degli alberi che si trovavano in superficie, troneggianti nell'ambiente come colonne corinzie. Tutto intorno si percepiva un odore di terra bagnata e muschio e da lontano sembrava provenire il rumore di uno scroscio d'acqua.
Alcune persone erano sedute ai tavoli, bevendo e raccontandosi storie di vita, con narrazioni forse più emozionanti di quanto non fossero state davvero per chi le aveva vissute.
Come richiesto dallo strano ragazzo, Valery chiese di poter parlare con Alan. Passò poco più di un minuto e davanti a lei si presentò un uomo alto e grosso, con dei folti capelli neri e degli occhi verdi come le chiome degli alberi, la carnagione olivastra e l’aria gentile.
- Sei tu Alan? – chiese la ragazza.
- Sì, in cosa posso esserti utile? Infusi? Unguenti? –
Senza dire altro, gli porse lo scatolo con dentro il rapace. Lui vi guardò all’interno, poi gridò:
- Hawk, che accidenti hai combinato? –
In un attimo il bar cadde nel silenzio totale. Uno dei clienti andò di scatto a chiudere la porta, poi si girò a guardare il gestore.
- Alan, che succede? –
Lui furioso, tirò fuori il falco dalla scatola intimandogli di riprendere il suo aspetto normale e trovare parole efficaci e rapide per spiegargli cosa fosse successo. Mentre riassumeva l’aspetto umanoide, il ragazzo disse timidamente:
Perché ti arrabbi con me, scusa? Non ho chiesto io che mi sparassero addosso! –
Farfugliando qualcosa di non molto chiaro, Alan impose le mani sulle ferite e si concentrò profondamente. Una luce verdastra si propagò nella stanza, mentre la carne lacerata e le ossa rotte riassumevano la loro naturale conformazione. Quando tutte le ferite del ragazzo furono risanate, il proprietario del bar andò dietro il bancone, tirò una serie di leve camuffate fra l'arredamento e rimase in attesa. I mobili alle sue spalle si spostarono, aprendo il varco ad una serie di mensole nascoste. Ne trasse alcuni barattoli ed un sacchetto, poi, sempre borbottando parole sul “non poterlo lasciare solo un attimo”, prelevò piccole quantità di polveri, foglie, fiori secchi e altro materiale da ognuno dei contenitori e le depose in un mortaio in legno; preso il pestello, cominciò a lavorare i vari ingredienti, alternando rimproveri ed occhiate furiose nei confronti del giovane che rimaneva seduto ad osservarlo in silenzio.
Valery, dal canto suo, non aveva osato proferire parola e continuava a fissare tutta la scena in un misto di preoccupazione, fascino e curiosità. Era chiaro che l’uomo che armeggiava con quelle strane sostanze dietro al bancone conosceva molto bene quella creatura ed era altresì ovvio che avesse anche dei poteri magici. Continuava a spostare lo sguardo da uno all’altro, quando Alan, porgendo al ragazzo una ciotola di legno in cui aveva versato il preparato e dell’acqua, disse:
- Ecco, bevi tutto senza fare storie. Ti farà recuperare un po’ di energie. –
Sospirò, poi lo guardò di nuovo e continuò:
- È mai possibile che tu debba sempre finire nei guai? Sei peggio di tuo padre. E aspetta che lui venga a saperlo; sai che risate! –
Sorseggiando con aria disgustata l’intruglio offertogli, Hawk rispose sconsolato all’amico:
- Mi dispiace Alan! Non mi ero accorto che fossero armati. Quando li ho visti interrare quei grossi contenitori, io… -
Alan lo interruppe:
- Li hai visti fare cosa? Dove? –
- Nel bosco ai limiti della città, in prossimità del torrente. –
- Almeno sei riuscito a fermarli? – chiese uno dei clienti del bar, che nel frattempo si era avvicinato.
- No, Jack, non ci sono riuscito, mi dispiace. Ho tentato, ma ho ottenuto solo di farmi sparare addosso. –
Alan si lasciò ricadere su una sedia, poi scosse la testa tristemente. Il bosco era già stato molto danneggiato da ladri di legna e bracconieri, ma da qualche tempo accadevano cose strane; più di una volta gli era capitato di rinvenire animali morti per avvelenamento e gli ingredienti per i suoi rimedi apparivano alterati. Qualche volta, addirittura, c’erano stati casi d’intossicazione in seguito alla somministrazione di unguenti o infusi preparati con il materiale proveniente da quell'area. Per questo da allora cercava altrove ciò che gli occorreva. Alcuni clienti del bar gli avevano poi riferito che, nel corso di un’ispezione, avevano trovato dei grossi fusti in metallo interrati a poca profondità nel terreno del bosco. Alcuni dei fusti erano danneggiati ed il contenuto si era riversato nel suolo. Doveva trattarsi di qualcuno di quei veleni che gli uomini buttano nei mari, nei fiumi e nei laghi, oppure nascondono nel sottosuolo.
- Bisognerà fare qualcosa per bonificare il terreno del bosco. Inoltre è fondamentale che riusciamo a bloccare quegli uomini e ad impedirgli di continuare con le loro azioni. –
- Non ti preoccupare Alan, ci penseranno le squadre speciali. – Un uomo dall’aspetto autoritario si avvicinò e si mise a parlare - Per noi sarà uno scherzo risolvere questo problema, vedrai. Basterà che Hawk indichi il punto esatto dov’è accaduto il tutto e del resto ci occuperemo noi. -
Guardò il ragazzo, poi sorrise e gli poggiò la mano destra sulla testa scompigliandogli i capelli.
Ora lascia che la pulce si riprenda. Si sarà spaventato parecchio. –
Hawk scostò la testa, poi guardò l’uomo borbottando.
- Non sono una pulce, Dylan! –
Una risata generale echeggiò nel bar, poi, d’un tratto, la porta d'ingresso si aprì e nella stanza calò il silenzio.





Per le parti precedenti:

Una storia nata da un sogno (Presentazione) - Prologo - Un falco dalle piume argentee (Prima parte) -  Un falco dalle piume argentee (seconda parte) - 

8 commenti:

  1. Ho condiviso anche questo così lo posso leggere con calma, perché oggi e domani ho le letture di Natale in biblioteca.
    Baci

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    1. Grazie comunque per essere passata ed aver condiviso :) in effetti è un po' lungo, per questo l'ho suddiviso in due... non finiva più xD
      Letture di Natale?
      Buona giornata cara, un abbraccio

      Poiana

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  2. SEmpre più interessante Poiana.
    Quanto c'è di te però... l'amore per gli animali, per la natura...
    Mi piace!

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    1. Ciao Patricia,
      Be' credo che quando si scrive qualcosa sia normale metterci molto di sé.
      Sono contenta che ti piaccia :) spero che continui ad interessarti.

      Ti auguro la buona notte

      Poiana

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  3. Interessante Poiana, ma penso di aver perso un racconto. Ora mi rimetto in pari.
    Continua a scrivere eh?
    Notte.
    Marina

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    1. Ciao Marina,
      Se hai iniziato da qui in effetti ti mancano il prologo più la prima e la seconda parte del primo "capitolo".
      Ho tutta l'intenzione di continuare a scrivere, anche se dovrò fare i conti con il poco tempo a disposizione durante la sessione d'esami. Comunque farò del mio meglio per continuare ad aggiornarvi.
      Un abbraccio

      Poiana

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  4. Waww!! Proprio una bella storia.
    L'ambiente e la salvaguardia di esso fa parte anche della storia di Melissa, che però è per bambini dai 5 agli 8 anni, infatti Roliopet, non è altro che un anagramma di petrolio, e nel proseguo della storia Melissa diventerà parte di una squadra per la tutela dell'ambiente. Il problema è che ho poco tempo per lavorarci con costanza.
    Continuo a seguirti, informaci se decidi un giorno per la pubblicazione.
    Buona e serena settimana ^__^

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    1. Ciao Anna Maria,
      è bello che la tua storia parli di salvaguardia dell'ambiente, soprattutto visto il pubblico cui è rivolto.
      Anche io comincio ad avere di nuovo qualche problema di tempo; vedremo come andrà.
      Per quanto riguarda eventuali pubblicazioni... be'... non corriamo troppo, non sono una scrittrice XD
      Ti mando un bacio e ti auguro una dolce notte

      Poiana

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